Homo faber: artifex suae fortunae

Diario di bordo di Giancarlo Nicoli, titolare della Artifex. Sono qui ospitati: pensieri, aggiornamenti, notizie, progetti relativi alla casa editrice e al suo sito internet.

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Località: Italy

16 febbraio 2006

Lo stile

«Lo stile non si può insegnare, né apprendere. Se si ha talento lo si può acquisire, lo si può raffinare, impreziosire; ma anche questo è un processo istintivo, spontaneo, che non sopporta forzature; la personalità non si “costruisce”, come tentano di fare, per essere “riconosciuti”, certi cantanti rock e pop con espedienti pacchiani tipo l’acconciatura dei capelli o l’abbigliamento trasgressivo, subito imitati da un’orda di idioti che non hanno altri bisogni se non quello di intrupparsi e mimetizzare la propria vacuità sotto una divisa.»


Ottavio Jemma, cit, pag. 226

Ultimo di ventuno post dedicati ad estratti di questo libro. La recensione è qui.
Elenco completo:
22 ottobre 2005 - Tutta colpa di...
30 ottobre 2005 - Charlie Chaplin
31 ottobre 2005 - L'avventura cinematografica
05 novembre 2005 - Delirare per un cadavere
06 novembre 2005 - Un giorno di ordinaria follia
07 novembre 2005 - Chi comanda il tempo
09 novembre 2005 - L'American Way of Life
13 novembre 2005 - Lo scandalo non esiste più
20 novembre 2005 - Mercanti e laudatores
21 novembre 2005 - Un film americano
24 novembre 2005 - Una tradizione di censura
25 novembre 2005 - Rischiare la galera
04 dicembre 2005 - Al cinema, accovacciati per terra...
08 dicembre 2005 - Preferite rimanere quaggiù?
11 dicembre 2005 - La ricerca della felicità
17 dicembre 2005 - Ripetere questo giochetto
05 gennaio 2006 - Il potere di condizionare
24 gennaio 2006 - Fellini, Flaiano, Pinelli, la Dolce vita
29 gennaio 2006 - Giovani aspiranti autori e autrici di film
16 febbraio 2006 - La cultura che si abbassa e si inginocchia
16 febbraio 2006 - Lo stile

La cultura che si abbassa e si inginocchia

«Se Giulio II (…) avesse dovuto per qualche motivo sottoporre all’approvazione delle corporazioni di pittori, scultori e architetti il progetto della Cappella Sistina prima di aggiudicarne la commissione a Michelangelo, non credete anche voi che le volte e le pareti della mirabile stanza sarebbero ancora intonacate di bianco?
Il Libro dei Libri, la Bibbia, narra che quando Mosè discese dal Sinai recando al suo popolo le Tavole della Legge lo trovò immerso nell’adorazione del vitello d’oro. Non è legittimo supporre che se il profeta fosse stato costretto a cercare il consenso della sua gente, e quelle tavole fossero state sottoposte a un test di gradimento popolare – oggi diremmo: a un referendum – ne sarebbero uscite assai malconce?
Per non parlare di uno dei più antichi referendum di cui si abbia concretamente notizia: quello proposto dal governatore Ponzio Pilato al popolo di Gerusalemme per chiedergli di scegliere, tra Gesù e barabba. Sappiamo tutti, non è vero, quale fu la scelta “popolare”…
Quando si pratica questo tipo di cultura di massa – la cultura dell’uomo che consuma, dell’uomo che “fa numero” – non è la massa che si eleva, ma la cultura che si abbassa e si inginocchia.»


Ottavio Jemma, cit, pag. 154