Al cinema, accovacciati per terra...
«Il “rito” del week-end serale al cinema è cambiato. È diventato un freddo cerimoniale privo di imprevisti, di code rissose davanti ai botteghini e di liti per il posto a sedere, o di rabbiosi inviti a non spingere e a non impallare lo schermo. Il calore del “bagno di folla” è un ricordo lontano.
Oggi, sull’esempio della tecnica distributiva americana, quei pochissimi film nazionali che si presumono destinati a un successo importante (un “Benigni”, un “Aldo Giovanni e Giacomo”, un natalizio “Boldi-De Sica”) escono contemporaneamente su centinaia di schermi; non ci sono resse per il biglietto, ma rare file composte, ordinate e sbrigative; e nessuno che sia obbligato ad assistere alla proiezione in piedi, tra grovigli di altri corpi, o accovacciato per terra nei corridoi centrali, immersi nella nebbia del fumo delle sigarette...
Voi non potete nemmeno immaginare quali emozioni vi siete persi...»
Ottavio Jemma, cit, pag. 87
Oggi, sull’esempio della tecnica distributiva americana, quei pochissimi film nazionali che si presumono destinati a un successo importante (un “Benigni”, un “Aldo Giovanni e Giacomo”, un natalizio “Boldi-De Sica”) escono contemporaneamente su centinaia di schermi; non ci sono resse per il biglietto, ma rare file composte, ordinate e sbrigative; e nessuno che sia obbligato ad assistere alla proiezione in piedi, tra grovigli di altri corpi, o accovacciato per terra nei corridoi centrali, immersi nella nebbia del fumo delle sigarette...
Voi non potete nemmeno immaginare quali emozioni vi siete persi...»
Ottavio Jemma, cit, pag. 87
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