Homo faber: artifex suae fortunae

Diario di bordo di Giancarlo Nicoli, titolare della Artifex. Sono qui ospitati: pensieri, aggiornamenti, notizie, progetti relativi alla casa editrice e al suo sito internet.

Nome:
Località: Italy

25 maggio 2007

L'Arte e il Torchio 2007 - Cremona - Museo Ala Ponzone: Omaggio a Stanley William Hayter


L'Arte e il Torchio 2007 - Cremona - pubblico
Cremona. Una parte del folto
pubblico presente all'inaugurazione
della Biennale
L'Arte e il Torchio 2007

Cremona - Domenica 15 aprile 2007. “Chi ama l’incisione è un individuo di gusto raffinato, portato all’osservazione meditata ed approfondita, al piacere di un ammirare lento, paziente e tuttavia intenso, un individuo che ama vedere e pensare in raccoglimento.” (P.Annigoni).

Questi “individui di gusto raffinato”, appassionati d’incisioni, troveranno spazio per il loro “ammirare” nell’ambito dell’importante rassegna “L’Arte e il Torchio” di Cremona, che raccoglie le opere di ben 323 artisti provenienti da 50 Paesi in 3 sedi espositive: il Museo Civico Ala Ponzone e la sede dell’A.d.a.f.a. a Cremona e il Museo della Stampa-Casa degli Stampatori a Soncino.

L'Arte e il Torchio 2007 - Cremona - autorità
Cremona. L'Arte e il Torchio 2007
Palco delle autorità. Da sinistra a destra
sono riconoscibili: Mauro Mainardi,
presidente A.I.E.; Witold Skulicz; Georgi Kolev;
Desirée Hayter; Gianfranco Berberi;
Gian Carlo Corada (seminascosto);
Vladimiro Elvieri e Giorgio Fouquè

Per continuare a “dare i numeri”, delle 600 opere in mostra 272 sono state donate al Gabinetto delle Stampe, che si aggiungono alle 936 già lasciate al museo di Cremona, come specifica l’Assessore alla Cultura Gianfranco Berberi alla presentazione della manifestazione, tenutasi il 15 aprile al Museo Civico Ala Ponzone, di Cremona.

L’esposizione in questa sede è articolata in più sezioni: si possono infatti ammirare incisioni di piccolo formato di più di 100 artisti internazionali, selezionati da un’apposita commissione di esperti.

“Parallelamente è stata allestita una mostra che vuole rendere omaggio a Stanley William Hayter, uno dei più importanti incisori del ’900, e a quegli artisti che (...)

21 maggio 2007

Notizie in breve: Superfici, di Maria Pina Bentivenga - Il nuovo sito internet di Roberto Tonelli

Notizie in breve

Dipinti e Incisioni di Maria Pina Bentivenga

(a cura di Giancarlo Nicoli)

Dipinti e Incisioni di Maria Pina BentivengaSUPERFICI

(dal comunicato stampa)

Dipinti e Incisioni di Maria Pina Bentivenga
19 maggio - 23 giugno, SpazioTrart - Trieste
21 - 26 maggio, Casa della Musica - Trieste

Nello spaziotrart al primo piano di Viale XX Settembre 33 a Trieste, dal 19 maggio al 23 giugno e alla Casa della Musica in via Capitelli 3 a Trieste dal 21 al 26 maggio si terrà la mostra “Superfici” con opere di Maria Pina Bentivenga una giovane artista che, nata a Matera, vive e lavora a Roma.

Alla Casa della Musica saranno esposte alcune splendide incisioni, mentre allo spaziotrart olii, pastelli e acquarelli. Con l’occasione saranno presentati il catalogo delle opere uscito per le edizionitrart e “Cammini inquieti” una cartella, in 20 esemplari, con 3 acquaforti liberamente ispirate alla V Elegia duinese di Rilke.

Punto di partenza per ogni opera è la visione di un paesaggio, l’esperienza derivata da luce, colore, forma. Guardando, Maria Pina Bentivenga impara a capire quanto sta dietro il dato reale, sente la terra in movimento, in continua mutazione, capta il pulsare della vita attraverso il flusso perpetuo di linfa vitale. Il segno calligrafico rimane la costante di ogni opera che sia pastello, acquarello, olio o acquaforte, è anche maestro incisore, e tesse sulla tela la trama di un racconto, che pesca dalla memoria quei dati che le permettono di riannodare il legame con la natura.

Maria Pina Bentivenga è affascinata dalle superfici, dal gioco grafico di linee che riesce ad intrecciare sulla carta o sulla tela, delineando così una propria poetica nata dalla profonda riflessione sulla “necessità interiore delle cose”, come se la sua mente avesse riprodotto ciò che di veramente essenziale appartiene alla forma, operando quel processo di sintesi che permette di superare il mondo dell’apparenza per rivelare “l’intima essenza delle cose”.

Maria Pina Bentivenga
www.mariapinabentivenga.com

SpazioTart
viale XX Settembre, 33
34126 - Trieste
tel/fax 040775285
www.trart.it edizionitrart@libero.it
apertura: gio-ven-sab
17.30 -19.30 o su appuntamento

Casa della Musica
Via dei Capitelli, 3
34121 - Trieste
Tel 040307309 - Fax 040309225
www.scuoladimusica55.it
info@scuoladimusica55.it
apertura: tutti i giorni
8.00-20.00, sabato 8.00-13.00, domenica chiuso


@ @ @

Roberto Tonelli - Nuovo sito Internet

(dal sito)

http://www.robertotonelli.it/

Roberto Tonelli Roberto Tonelli è nato a Bologna nel 1942.

Vive e lavora a Piacenza dove si è formato all’Istituto d’Arte “F.Gazzola” compiendo studi specifici sull’incisione.

E’ socio fondatore dell’Atelier del Borgo, associazione per la valorizzazione dell’opera d’arte su carta ed in particolare della grafica originale.

Il sito è diviso in sezioni:
generale

- home
- curriculum
opere
- fogli 50 x 70
- fogli 35 x 50
- fogli 25 x 35
- piacenza e dintorni
media
- hanno scritto
- video
contatti
- E-Mail


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20 maggio 2007

Il "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo" - Le adesioni degli artisti: Profilo di Vincenzo Piazza

Il "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo"

Le adesioni degli artisti

Cari lettori,
come certamente saprete, da pochi mesi il sito Artifex, in collaborazione con Egisto Bragaglia, ha lanciato il "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo". Il programma ha raccolto immediatamente, e sta raccogliendo, l'adesione di artisti, bibliofili, personalità dell'arte e della cultura.
Continua la pubblicazione dei profili degli artisti aderenti.

Vincenzo Piazza
(Catania, 1959)

Ha frequentato la facoltà di architettura all'Università di Palermo. Si è iscritto a un corso di grafica nella Scuola di Urbino e da allora pratica assiduamente l'acquaforte.

Ha realizzato più di trenta ex libris, con ottimo disegno e delicato tratteggio, proponendo inquadrature d'interni deserti, ampie panoramiche, notturni scintillanti di stelle, marine e paesaggi investiti da correnti turbinose, sempre opere meditate e accuratamente rifinite.

Presenta mostre personali e partecipa a collettive e concorsi, ottenendo premi, segnalazioni e consensi.


Ulteriori notizie su Vincenzo Piazza, con riproduzioni di ex libris, sono qui


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Il "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo" - Le adesioni degli artisti: Profilo di Luigi Casalino

Il "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo"

Le adesioni degli artisti

Cari lettori,
come certamente saprete, da pochi mesi il sito Artifex, in collaborazione con Egisto Bragaglia, ha lanciato il "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo". Il programma ha raccolto immediatamente, e sta raccogliendo, l'adesione di artisti, bibliofili, personalità dell'arte e della cultura.
Inizia oggi la pubblicazione dei profili degli artisti aderenti.

Luigi Casalino
(Novara, 1941)

Grafico e illustratore, si dedica anche a realizzare piccole copie di opere di grandi maestri, i cosiddetti falsi d'autore. Dal 1991 realizza ex libris, dapprima, disegnandoli a penna, con vivaci contrasti tra luci e ombre, poi avverte l'opportunità di applicarsi all'acquaforte e vi si addestra con la guida di Gherardo Babini.

Da quel momento il suo orizzonte si allarga, con la poliedricità tipica dell'autentico illustratore. Rappresenta animali domestici e fantastici, ritratti e volti pensosi di bimbi, simboli noti o misteriosi, composizioni bizantine e paesaggi, sempre con nitidezza ed equilibrio dei toni.

Nei suoi più di 140 ex libris brilla la passione per l'immagine, intesa come mezzo di comunicazione e quindi preziosa per l'esecuzione di ex libris, che devono essere significanti della personalità del committente, del quale egli sa cogliere con empatia aspirazioni e attese.


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18 maggio 2007

Semplice, fragile, dolce. In ricordo di: Grazina Didelyte (1938-2007)

di Enzo Pellai

Si riporta di seguito l'articolo di Enzo Pellai, pubblicato sull'ultimo numero de "L'ex libris italiano", la rivista dell'A.I.E. (Associazione Italiana Ex libris), con il permesso degli aventi diritto. È riprodotta solo una parte degli ex libris che corredano il servizio originale sulla rivista.



Fu la prima artista straniera che conobbi. Era l’agosto del 1978, e al Palazzo dei Congressi di Lugano si svolgeva il XVII Congresso Internazionale F.I.S.A.E. Da pochi mesi Mantero mi aveva catturato tra gli appassionati dell'ex libris. Mi sentivo come un uccello ancora privo delle penne remiganti. Me ne stavo appartato ascoltando coloro che si chiamavano per nome salutandosi. lo avevo con me il mio primo ex libris eseguito da Baj e stampato da Upiglio: ma nessuno ci faceva caso.

Per l’avvenimento che si svolgeva ogni biennio, erano stati organizzati due concorsi exlibristici ai quali partecipavano tanti artisti, soprattutto dei Paesi dell'Est, e tra questi una pattuglia di lituani, che allora facevano parte dell'Unione Sovietica. Il premio per il Concorso "Fondazione Fabio Schaub" ex musicis era stato attribuito a Grazina Didelyte.

Non avevo mai visto gli ex libris degli artisti lituani e rimasi sorpreso nel constatare che l'opera della Didelyte non aveva nulla da spartire con il Realismo socialista, né con l'abituale iconografia, che in modo stereotipato si ripeteva dall'inizio del secolo. Essa era fortemente intrisa di Simbolismo e comunicava sentimenti contrapposti di dolcezza e di angoscia. Dallo strumento di una suonatrice di flauto si innalzavano armoniose onde sonore, tagliate improvvisamente da una voragine nera, quasi fosse un urlo, di violenza tale da spezzare anche la cornice dorata entro la quale era in scritta la scena. Una ghirlanda di fiori faceva da ponte sul baratro, come se volesse affermare che il Parnaso ancora resisteva.

Non conoscevo nulla della storia e della cultura lituana, ma quello fu il momento in cui intuii che l'ex libris, quando è creato da un artista autentico e non solo da un bulinista abile in riproduzioni, è parte viva di una singola esistenza e, contemporaneamente, dello spirito del tempo. Quella musicante era per me l'allegoria dell'anima dell'artista stessa, ma anche di quella della sua nazione, allora ferita dalla durezza dei padroni arrivati, come altre volte, da fuori. Le scrissi in francese chiedendone una copia; più tardi ricevetti una sua lettera in tedesco che accompagnava l'opera. Capii che dovevo continuare a coltivare quell'esperienza per saperne di più, non solo della Didelyte e della Lituania, ma di una storia e di una cultura che era parte integrante dell'Europa da un millennio e che mi era sfuggita.

In seguito ci comunicammo in lingua lituana, a cui mi iniziò un anziano rosminiano rifugiatosi in Italia all'inizio della Il guerra mondiale. Ancora oggi, che la Didelyte ci ha lasciati morendo il 2 gennaio 2007, quell'ex libris è per me il passaggio chiave per capire tutta la personalità dell'artista. Era di una eccezionale sensibilità, che si esaltava al cospetto della natura. Si sentiva parte viva di essa, di cui avvertiva la sacralità, non come altro da Dio, ma come immanenza visibile nel divenire ciclico delle stagioni. Aveva viaggiato parecchio nella Russia caucasica, non in cerca di civiltà o di folclore, ma per cogliere la varietà infinita dei fiori, degli alberi, delle linee dell'orizzonte, della luminosità del cielo.

Venne a casa mia verso la fine degli anni Ottanta. Un giorno imboccammo con l'automobile un brevissimo tunnel sull'autostrada. Era, per lei, la prima volta che penetrava nelle viscere della terra ed ebbe come la sensazione di entrare in un luogo inviolabile. Il ritmo del suo cuore cominciò ad impazzire e rimase tale fin quando non uscimmo all'aperto. Ci stavamo dirigendo verso il Lago d'Orta. Quando, a mezzogiorno, ci trovammo seduti sulla piazzetta antistante l'isola di San Giulio, dal monastero delle suore di clausura le campane intonarono il loro breve concerto quotidiano; Didelyte ebbe un sussulto di meraviglia: era la prima volta in vita sua che udiva un suono così gioioso espandersi nel cerchio magico che ci accoglieva.

Da una decina d'anni non amava più vivere nella città. Vilnius era molto mutata dopo la fine del comunismo, che lei aveva contrastato non solo con la sua arte, ma anche in nome del diritto di essere lituana.

Amava la solitudine, il silenzio; per questo aveva deciso di vivere quasi tutto l'anno a Rudnele, un villaggio della Dzukija, lontano dai rumori, non ancora toccato da alcuna modernità.

Aveva acquistato una vecchia casa di legno posta sulla riva del piccolo fiume Skroblus. Lo scorso anno aveva restaurato un edificio rustico adiacente per esporvi i lavori che continuava a produrre e l'aveva chiamato "Galleria Andeiné", rievocando il nome di una divinità baltica protettrice di una vicina sorgente. Viveva in compagnia di un gattino.

Le facevano visita i contadini che avevano conservato le loro tradizioni secolari; gli animali selvatici, d'inverno, quando la neve rendeva difficile trovare di che nutrirsi, si awicinavano ogni mattino per ricevere il cibo.

Gli amici intellettuali che continuavano a vivere nella città non l'avevano dimenticata, anche se lei aveva abbandonato la vita artistica di Vilnius.

Erano arrivati in tanti per festeggiarla quest'ultima estate, quando espose i suoi lavori nella foresteria restaurata. La vigilia di Natale fu raggiunta dal cronista del quotidiano "Lietuvos Zinios", perché avevano scoperto che, in ricorrenza dei 10 anni di lavoro del segretario generale delle Nazioni Unite, era stato pubblicato un album omaggio che riproduceva un'opera della Didelyte, accanto a quelle dei più famosi artisti del mondo.
Nemmeno l'interessata ne era a conoscenza. Sfogliò il libro e al cronista che voleva sapere come si erano svolte le cose disse: "Non chiedermi dove e quando ho ricevuto questo riconoscimento. Ora mi interessa, soprattutto, osservare come lavorano i colleghi degli altri Paesi". Era aliena dal ricercare gli onori. Era semplice, fragile, dolce. Si presentava sobria nel vestire, naturale nel mostrare il suo volto, che poteva improvvisamente passare dal sorriso alla durezza di chi non transige sui compromessi morali e intellettuali. La vidi rifiutare doni che potevano esserle utili e denaro per lavori sui quali non poteva concordare.

Amava disegnare in formato miniatura. Un giorno mi mostrò due piccoli quaderni rilegati in cui teneva il diario della sua vita, raccontato con i disegni. Riportavano scene famigliari, ma anche le infinite forme che si osservano nella natura.

Le dissi che la paragonavo ad una allodola che vola alto nel cielo e che, da lassù, sa vedere e tendere al microcosmo che fermenta di vita.

Preferiva il colore verde, ma, dopo che viveva a Rudnele, era soprattutto il paesaggio invernale, bianco di neve, ad affascinarla. "Mi piace il colore bianco. Per questo amo molto anche l'inverno. Quando nevica tanto, i paesaggi e le linee della natura diventano evidenti e nitidi, la mente si riempie di idee, ed è così che mi nascono i lavori".

Era stata la sua passione per il disegno a farle scegliere di entrare all'Accademia d'Arte di Vilnius, specialità di Grafica. Si era ammessi a numero chiuso, perché i docenti potevano seguire solo un gruppo ristretto di allievi e Didelyte non aveva raccomandazioni (né mai ne chiese in vita sua).

Dovette parcheggiare tre anni in facoltà di Architettura e un anno a Chimica, prima di vedere realizzato il suo desiderio e diventare allieva del Prof. V. Jurkunas, dal 1961 al 1967.

Quando finì il corso di studi aveva ormai 29 anni, poiché era nata a Kaunas il 2 ottobre 1938. Si impose subito nell'ambiente artistico di Vilnius guadagnando nel 1971 il titolo di membro dell'Unione degli Artisti e diventando la preferita dai poeti della sua generazione, per i quali eseguiva dei disegni di commento alle liriche. Realizzava le sue idee con immagini di piccolo formato, per cui l'ex libris divenne una pratica a lei congeniale.

Mai decorativa o tentata dal racconto letterario, si esprimeva con assoluta libertà di invenzione, pur rimanendo aderente al tema che le era stato proposto.

Si sentiva a suo agio nell'affrontare sia i testi poetici che gli ex libris poiché entrambi hanno un linguaggio essenzialmente simbolico, cioè contengono molti più significati di quanto si può leggere in superficie o vedere nel reale dell'immagine.

Rimasi sorpreso quando ricevetti dalla Didelyte un libro di poesie di Justinas Marcinkevicius accompagnato dai suoi disegni, edito in 50 mila copie. Il popolo lituano, emarginato dai potenti, a partire dal XIX secolo ha visto nascere e ha amato i suoi poeti ed i suoi artisti, che hanno dato dignità e forza alla propria cultura, fino ad allora ignorata da quelle europee. Essi, ancora abbarbicati alla civiltà del villaggio, hanno riproposto a un Occidente ormai industrializzato, materialistica e razionalista, il rapporto sacro con la natura, vissuta come uno spazio segnato dal divino.

Quanto la Didelyte sapesse interpretare questi sentimenti intimi e contemporaneamente cosmici, più che le parole può spiegarla la miniatura che ha partecipato alla V Biennale della piccola grafica di Cluj, in Romania, e che qui riproduco dall'originale.

Nelle sue piccolissime dimensioni essa racchiude tutta la visione del mondo dell'artista. Il soggetto è un fiore di bosco (la stessa vita della Didelyte?) al centro di uno spazio immenso e luminoso quanto l'Universo. Il titolo dell'opera è "La lampada della palude" (Rudnele è circondata dalla foresta e da tanti stagni d'acqua), ma era stata inviata alla Biennale con una intestazione più allegorica, che il catalogo traduce con la parola "Luce".

Anche lo stile personale e inconfondibile, con il quale l'opera è realizzata, denota la maturità dell'artista, che in modo originale elabora il simbolismo cosmico e il primo astrattismo di M. K. Ciurlionis, per trasmettere le emozioni che affondano nell'intensità dell'esperienza vissuta.
La lingua lituana usa spesso il vezzeggiativo. Grazina era conosciuta dagli amici come Grazinute, e con questo nome affettuoso tutti i giornali hanno voluto ricordarla quando hanno riportato la notizia della sua improvvisa morte.

Quattro anni or sono, entrambi avevamo avuto la necessità di rimettere in ordine il cuore, ?irdis in lituano, ma tra amici, anche se anziani, si usa il diminutivo sirdele, ovvero cuoricino.

In quell'occasione, Didelyte fece alcuni pastelli che rappresentavano il cuore. Mi inviò le foto, una delle quali riprendeva l'opera regalata al suo cardiologo.

Incapace di immaginare una parte di sé slegata dalla natura che la circondava, aveva collocato il foglio su un cespuglio di fiori di bosco, come fosse la mensa di un altare. Sul retro della foto mi aveva scritto: "Ecco il cuoricino che con noi due scende in sciopero ... Questo lavoro, fotografato accanto al mio fiume, si intitola "I farmaci del cuore". Ho disegnato le erbicine medicinali, che rinforzano il cuore (Crataegus, Convallaria, Leonurus, Digitalis, Valeriana) e, con esse il pettirosso, il cui petto è colorato dalle stille di sangue del cuore".

Due anni dopo, avendo anch'io superato alcuni dei miei problemi cardiaci, le chiesi un ex libris che avesse come soggetto il cuore, che qui riproduco senza ulteriori commenti.

Addio, Grazinute.

(Alcune illustrazioni sono qui)

17 maggio 2007

L'Arte e il torchio 2007 - Soncino (CR) - “Gli ex libris e la letteratura europea”

L'Arte e il torchio 2007 - Soncino (CR)
“Gli ex libris e la letteratura europea”

dalla nostra inviata Stefania Clerici - fotografie di Giancarlo Nicoli

Soncino (CR) - Domenica 15 aprile 2007. “Vi è una buona ragione perché il valore emotivo e artistico dell’incisione sia, da sempre, intramontabile. Questo perché intramontabile è il valore, nella vita come nella cultura, della immaginazione umana.” (Dino Formaggio). E, quando la raffinatezza dell’arte si coniuga con la leggerezza pensante della letteratura, ne esce un connubio luminoso, oggetto di studi, riflessioni e mostre. L’ultima su questo tema, imperdibile, è quella di Soncino, curata dal Dott. Mauro Mainardi: “Gli ex libris e la letteratura europea”, che s’inserisce nell’ambito della V Biennale Internazionale dell’Incisione “L’Arte e il Torchio 2007”.

Questa manifestazione è ormai diventata un atteso appuntamento per un settore come quello dell’incisione “in continuo fermento nonostante il disinteresse del mercato”, secondo quanto afferma il curatore Vladimiro Elvieri. Per la rassegna espongono ben 323 artisti in 3 diversi ambiti: il Museo Civico Ala Ponzone e la sede dell’A.d.a.f.a. a Cremona e il Museo della Stampa-Casa degli Stampatori a Soncino.

Proprio a Soncino si può ammirare la mostra che coniuga progettualità artistica e ispirazione letteraria con 150 ex libris, provenienti dalla collezione dell’A.I.E. (Associazione Italiana Ex libris) e da quella del suo Presidente, Mauro Mainardi.

L’esposizione è stata inaugurata domenica 15 aprile, alla presenza del curatore, del presidente dell’A.d.a.f.a., Giorgio Fouquè, e di numerosi artisti e collezionisti intervenuti, tra i quali ricordiamo l’avvocato Giuseppe Capasso (collezinista), l’ingegnere e bibliofilo Dante Fangaresi, il collezionista Silvio Forni, il dott. Giorgio Frigo (collezionista), pittore e organizzatore della Biennale di Acqui Terme, gli artisti Stefano (...)

08 maggio 2007

4th International Ex Libris Competition 2008 Bodio Lomnago


Competition rules

4th International Ex Libris Competition 2008 Bodio Lomnago

(from the press release)

Bodio Lomnago Town Council, in collaboration with A.I.E. (Italian Ex Libris Association), announce the 4th International Ex Libris Competition 2008 – the theme is: The Bicycle.

The event is sponsored by “Varese 2008”, the Organising Committee for the World Road Cycling Championships which involves several town councils in the Province of Varese, including Bodio Lomnago.

Competition rules

1) The Competition is open to all artists. Participation is free of charge. Every participant must complete the entry form attached to this announcement.

2) Only entries made using the traditional techniques of the original graphic art (chalcography, xylography, lithography) will be accepted for the Competition. Entries made using other techniques will not be evaluated in the Competition.

3) The Ex Libris entries should have the following characteristics:
- represent the theme of the Competition: The Bicycle.
- be printed on paper no larger than A5 (148mm x 210mm); the printed area may be any size;
- no indications or markings of other competitions must be present.
- the following must be written, in pencil, on the reverse side: surname, first name, address of the artist, date the entry was executed, dimensions of the engraved part, technique used and title.
- all entries must have the following inscription:
“EX LIBRIS BIBLIOTECA BODIO LOMNAGO 2008”
Only entries with all the above requisites will be evaluated in the Competition. All those missing one or more of these requisites will not be considered.

4) Each artist may enter a maximum of two entries, each of which must have at least four signed copies. Three copies will be held in the Bodio Lomnago Library collection and one in the A.I.E. collection. These may be used at will by both institutions. Entries will not be returned.

5) Bodio Lomnago Town Council has designated three prizes to the value of: €1000, (...)

07 maggio 2007

L'editoriale AIE settembre-dicembre 2006: Tempo di bilanci e d'auguri

di Mauro Mainardi

L'incontro annuale del 16 dicembre scorso è stato anche l'Assemblea biennale elettorale per il rinnovo del Consiglio direttivo e del Collegio sindacale. Francesco Del Sole, Dante Fangaresi, Bruno Gozzo, Mauro Mainardi, Giancarlo Nicoli, Stefano Patrone, Enzo Pellai sono stati eletti per il Consiglio direttivo. Renato Regalin e Angelo Sampietro sono i componenti del Collegio sindacale. Promette certamente bene l'ingresso di soci giovani nel gruppo dei responsabili. Le cariche e i compiti di ciascuno saranno assegnati dal Consiglio direttivo nel primo incontro del 2007. Buon lavoro a tutti!

Anche in questo numero della rivista devo ricordare una scomparsa, quella di Costante Costantini, nostro socio onorario, conosciuto nel mondo exlibristico per l'ironia delle sue incisioni e la maestria della sua tecnica, calco e xilografica, recentemente ben valorizzata in campo internazionale nel XXXI Congresso FISAE di Nyon del 2006, con la mostra "In dialogo quattro maestri dell'ex libris contemporaneo: Evgenij Bortnikov, Simon Brett, Costante Costantini, Vladimir Zuev".

La scomparsa di Grazina Didelyte, maestra lituana della grafica exlibristica è ricordata da Enzo Pellai, di cui è nota la conoscenza della Lituania e della sua cultura. Penso che nessuno meglio di lui l'avrebbe saputo fare. Ringrazio tutti gli amici che mi hanno inviato gli auguri con il loro PF 2007. Penso di aver risposto a tutti; se non l'avessi fatto segnalatemelo, risponderò al vostro sollecito ... L'anno è lungo, come "l'arte" a mio parere, e spero proprio che sia così.

Il 2007 è pieno d'impegni exlibristici, come potete vedere alla voce Eventi programmati elencati in "Notizie dell' Associazione". Sarà compito del nuovo Consiglio portarli a termine.

Mi permetto di segnalarvi in modo particolare la mostra "Ex libris e letteratura europea" che si inaugurerà nella tarda mattinata del 15 aprile 2007 nella casa degli Stampatori di Soncino, in contemporanea con la "V Rassegna internazionale dell'incisione L'ARTE E IL TORCHIO CREMONA 2007". Sarà mia premura far avere ai soci presenti il catalogo, dedicato alla grafica d'arte (libera ed exlibristica), ma anche "ai libri" della letteratura europea. Questo interesse dell'AIE verso la cultura è documentato del resto anche dalle tre mostre del mese d'ottobre del 2006: quella della Val di Magra sul dantesco Purgatorio VIII, quella del Premio Palmirani di Soncino sul biblico Cantico dei Cantici e, soprattutto, in quella di Cremona su Ex libris nell'Europa del XX secolo, documentata da un catalogo certamente importante per la storia dei molteplici valori dell'ex libris.

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04 maggio 2007

Andrea Disertori: «Condivido pienamente il programma»

Autorevoli commenti al "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo"

Andrea Disertori: «Condivido pienamente il programma»

Cari lettori,
come certamente saprete, da pochi mesi il sito Artifex, in collaborazione con Egisto Bragaglia, ha lanciato il "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo". Il programma ha raccolto immediatamente, e sta raccogliendo, l'adesione di artisti e bibliofili, adesioni delle quali renderemo conto prossimamente.
Iniziamo invece oggi, con orgoglio, a pubblicare i commenti autorevoli che personalità dell'arte e della cultura hanno ritenuto inviarci. Il primo a condividere le finalità del "Manifesto" è il dott. arch. Andrea Disertori, del quale pubblichiamo di seguito la gradita lettera.




Caro Bragaglia, caro Nicoli,
ho appreso con vivo piacere la notizia del "Manifesto per l'ex libris del bibliofilo". Ne condivido pienamente il programma, di grande attualità, per le grande confusione che si sta facendo tra ex libris e grafica di piccolo formato.
Con questo non si vuole minimamente deprezzare quest'ultima, quando non ha una funzione di contrassegno di proprietà dei volumi di un biblioteca pubblica o privata.

Il problema di precisare questa fondamentale differenza non esisteva quando i bibliofili (non molto numerosi) affidavano l'ex libris figurato (accompagnato o no da un motto) solo alla sua vera funzione di personalizzare i libri. Lo scambio era inizialmente un aspetto del tutto secondario.

Purtroppo attualmente è prevalsa la abitudine del collezionismo, ottenuto attraverso lo scambio. Ai bibliofili si sono sostituiti in maggior numero i collezionisti, che richiedono di farsi disegnare o incidere numerosi pseudo ex libris, nei quali troppo spesso prevale la quantità a discapito del valore artistico, con il solo scopo di incrementare lo scambio e creare gratuitamente raccolte di piccole incisioni. Si è oltretutto svilita la creazione di piccole opere di grafica, fini a se stesse.

Quindi ben venga questa vostra iniziativa, alla quale va il mio più vivo apprezzamento.

Andrea Disertori



Andrea Disertori è nato a Firenze il 9 maggio 1927, è di origine (...)

02 maggio 2007

Il profilo storico: Ex libris di confraternite


di Luca Ceccarelli

Istituzioni fiorite nel basso Medio Evo, le confraternite costituiscono un elemento mportantissimo della devozione laicale, e un supporto e uno stimolo fondamentale allo sviluppo delle pratiche di assistenza sociale. Scrive il grande Ludovico Antonio Muratori nell’ultima tra le sue Dissertazioni sopra le Antichità italiane: «Degne son d’aver luogo in quest’Opera anche le pie Confraternità de’ secolari, che ancora son chiamate Confraternite, Compagnie, Scuole; perché esse pure traggono la loro origine dai secoli barbarici. Non v’ha città in Italia, terra o castella, anzi villa, che non abbia una o più di queste pie congregazioni, tutte istituite pel culto divino, per cantare le lodi di Dio e de’ Santi, ed esercitarsi in altre opere di pietà e di misericordia; e tutte fornite di leggi e vesti particolari, riunendosi ciascuna alla sua propria chiesa le feste, e in altre occasioni».

Nel Cinquecento e nel Seicento, a seguito della Riforma Cattolica ci fu una grande fioritura di nuove confraternite a scopo devozionale e, insieme, assistenziale. La chiesa uscita dal Concilio di Trento vedeva in esse un veicolo ideale per (...)