Homo faber: artifex suae fortunae

Diario di bordo di Giancarlo Nicoli, titolare della Artifex. Sono qui ospitati: pensieri, aggiornamenti, notizie, progetti relativi alla casa editrice e al suo sito internet.

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Località: Italy

28 giugno 2005

Scambio di favori interessati

Vi è un tipo di comportamento particolarmente pericoloso sulla scala mobile, ed è il tentativo di salirla in quattro o cinque in cordata, facendo sloggiare dai gradini chi sta salendo. È naturale che gli scrittori vogliano fare amicizia con i colleghi di talento e che si manifestino reciprocamente la loro ammirazione, ma ciò porta inevitabilmente a una serie di favori contraccambiati, e per quanto si possa essere meritevoli, se si proclama troppo spesso la propria gratitudine, si finisce per provocare l’invidia di chi sta in piedi da solo e ha successo senza alcuna collaborazione. Allora si sentono bisbigliare frasi come « do ut des », « scambio di favori interessati » e « gli orologi della morte » si mettono a ticchettare ancora più forte. Questo genere di scrittore deve ricordare che sta scrivendo per il lettore, la persona meno amata del mondo: non deve fare battute che non gli possano spiegare, né fare riferimento a rapporti d’amicizia che non gli si chieda di condividere. La capacità del lettore di sentirsi ferito, trascurato, escluso, di immaginarsi di essere trattato con condiscendenza, è infinita. E lo è altrettanto la sua capacità di vendicarsi.


Cyril Connolly, cit, pag. 152

20 giugno 2005

L’indispensabile infelicità

In tempi recenti il bilancio del successo letterario ottenuto in età avanzata è a favore degli scrittori senza figli. La prole fa svanire quel desiderio d’immortalità che costituisce il risarcimento del lavoro dello scrittore che non ha figli. Ma non si tratta soltanto di questo; c’è un momento in cui il culto della casa e della felicità domestica diventa dannoso, uno di quei modi di sfuggire al proprio talento di cui ci siamo lamentati, perché sostituisce l’indispensabile infelicità senza la quale lo scrittore si sfibra. Chi lascia passare più di un anno senza ritrovarsi al suo posto di lavoro creativo per eccellenza, vale a dire in quel piccolo e modesto « ritiro » del ventesimo secolo che è la camera d’albergo, rischia l’ottundimento del suo talento.


Cyril Connolly, cit, pag. 141

17 giugno 2005

Possibilità di lavoro nel campo della recensione

Nel campo della recensione ci sono a stento quattro o cinque possibilità di lavoro che procurano denaro, libertà e dignità e quelli che occupano quegli incarichi possono ereditare il manto di Arnold o di Saint-Beuve, cosicché il massimo che il nostro giovane autore possa aspettarsi, se legge due libri al giorno e scrive per tre giornali, è di poter guadagnare quattrocento sterline l’anno all’incirca. Nel frattempo si attirerà l’ostilità degli autori, l’invidia dei colleghi e la diffidenza degli amici, ai quali egli apparirà invariabilmente maldisposto nei confronti delle loro opere. I lettori lo considereranno con indifferenza o lo accetteranno come un eccentrico sul quale scagliare le proprie opinioni e i propri manoscritti, mentre i vecchi amici lo saluteranno con un: «Stai scrivendo qualcosa? » e aggiungeranno: « A parte gli articoli, naturalmente ». Un altro tipo di approccio sarà: « Ti leggo, ma non posso dire che la penso come te », per il quale la risposta più azzeccata sarebbe: « Ti conosco, ma non posso dire che tu mi piaci ».
No, se Walter Shelleyblake deve proprio fare il giornalista, non c’è che una sola possibilità: dichiarare guerra ai suoi datori di lavoro e fare di tutto per evitare di recensire brutti libri, per recensire un libro alla volta e per cercare di scrivere recensioni che possano essere ristampate – che non siano, per esempio, di una lunghezza predeterminata e su un argomento di interesse transitorio. Imparerà che i brutti libri che legge sono come le ore di una meridiana, vulnerant omnes, ultima necat, tutte feriscono, l’ultima uccide; non si sprecherà su soggetti scadenti, né esporrà la sua concezione del mondo in una nota a piè di pagina, perché scriverà soltanto su ciò che lo interessa. E qualunque cosa accada (non vi sono sussidi pensionistici per i « negri » della letteratura), dovrà rendersi conto di non essere indispensabile.


Cyril Connolly, cit, pag. 120

15 giugno 2005

La gradita convocazione del direttore

Il termine «giornalismo» equivale per molti scrittori a «recensione».
Immaginiamo che Walter Savage Shelleyblake sia un giovane scrittore e che il suo libro si intitoli Aere Vernale. Arriverà subito la gradita convocazione del direttore letterario del giornale «La Borragine Azzurra»: «Mio caro Shelleyblake, sono veramente lieto di averla conosciuta l’altra sera e sono felice di averle potuto esprimere il mio parere sul suo libro. Mi chiedevo se le piacerebbe provare a scrivere qualche recensione per noi. Cerchiamo qualcuno che mi faccia la critica del Boswell della Nonesuch (1) e mi è venuto in mente il suo nome».
Il Boswell da solo vale quattro ghinee e ben presto appare sul supplemento letterario di «La Borragine Azzurra» la recensione: Espatriato da Auchinleck firmato da Walter Savage Shelleyblake. Si rivela ricca di spunti e il signor Vampiro, il direttore, gli concede il suo encomio. L’opera di Erasmus Darwin, della quale il giovane autore scrive la recensione successiva, non è altrettanto bella, ma il suo articolo Canto del cigno a Lichfield è considerato «estremamente brillante». Improvvisamente il suo nome appare sotto un mucchio di recensioni di libri di viaggi ed egli si ritrova a esplorare i segreti delle giungle maya, dei guardacaccia kenioti o delle donne-proiettile americane. Nell’aro di un anno verrà giudicato un «tuttofare» sarà promosso di grado e passerà alla critica di romanzi; si tratta di una promozione, perché recensire romanzi è un’attività continuativa, dato che sono letti da un pubblico più vasto e che gli editori «ci tengono». Se la critica è favorevole e si presta ad essere citata, il suo autore verrà immortalato sulla copertina del romanzo e vedrà il suo nome stampato sulle locandine pubblicitarie. E il denaro di otto o dieci romanzi recensiti ogni quindici giorni, venduti come copie per la recensione, si va ad aggiungere al suo stipendio. A questo punto vanno spiegati alcuni fatti. Per quanto il signor Vampiro ammiri Aere Vernale e sia entusiasta di Walter Shelleyblake, egli resta soprattutto un direttore che si occupa del suo giornale e lavora perché ogni numero sia abbastanza vivace da colorare il suo sterile suolo. Fino a che sviluppa le doti latenti del giovane Walter – la competenza, la disposizione alla satira, la lucidità e la levigata eleganza – i loro interessi coincidono; essi, tuttavia, non possono essere mai identici e l’uso che il giovane fa delle sue doti non è più affar suo ma del signor Vampiro. La concorrenza per accaparrarsi le opere migliori, il Boswell della Nonesuch, è feroce; spesso il Vampiro ha la fortuna di aggiudicarsene una e se, perciò, Shelleyblake spera di scrivere alcune migliaia di parole sull’influenza di Orazio nella poesia inglese o sui motivi psicologici che hanno indotto Congreve alla vita ritirata, dovrà tenersi la speranza e darsi da fare con la sua copia di Intrighi e gonnelle, cronaca di una famosa nobildonna reale, o con altre sei autobiografie, a cominciare da Cinquant’anni agli antipodi.
Essendo io stesso una persona pigra e irresoluta, ultravanitosa e ultramodesta, insicura del proprio giudizio e incapace di portare a termine il lavoro iniziato, ho ricavato qualche vantaggio dal giornalismo grazie al meraviglioso spirito organizzativo del direttore che mi ha addestrato. Ma, ciò nonostante, io direi a Shelleyblake, il quale evidentemente non appartiene alla cerchia di Hazlitt, che qualunque altro modo di far soldi andrebbe meglio, che il lavoro del critico è un lavoro a tempo pieno e a stipendio ridotto, un’attività nella quale ciò che si ha di meglio viene speso a favore dell’altrui mediocrità. Una recensione ben fatta viene ricordata per un paio di settimane; un critico letterario deve sempre rinnovare la sua reputazione e non troverà il tempo di leggere o scrivere per proprio conto perché sarà troppo occupato a leggere le opere altrui, e ciò lo distoglierà dalla lettura quando non sarà per lavoro. Si deprimerà vedendo che i libri scritti dagli amici si accumulano e capirà che, oltre a rimetterci il tempo per scrivere i propri libri, sta perdendo anche l’energia e la capacità di applicazione, che sta sciupando le sue doti con robaccia, con il risultato che sono proprio i suoi lavori più artificiosi quelli che ricevono elogi.

(1) «Nonesuch Boswell»: tipico gioco di parole dell’A. «Nonesuch», che è il nome di una casa editrice inglese, significa anche «incomparabile»; si può quindi intendere anche «incomparabile Boswell» (N.d.T.).


Cyril Connolly, cit, pag. 118

13 giugno 2005

L'arte della scrittura

L'arte della scrittura è più impura dell'arte della musica o della pittura: è un'arte, ma è anche il mezzo con cui milioni di individui che non sono artisti si esprimono, descrivono il loro lavoro, vendono la loro merce, giustificano la loro condotta, diffondono le loro idee. È il veicolo di ogni genere di affari e di propaganda. Dal momento che è difficile dipingere o comporre senza un certo amore per la pittura o la musica, il lato commerciale (operatori pubblicitari o illustratori) è un aspetto distinto e secondario, né un temperamento scientifico può sentirsi attratto dalla musica o dalla pittura.
In letteratura avviene il contrario. È un’arte nella quale i pochi che la esercitano disinteressatamente hanno sempre dovuto subire il risentimento della maggioranza che non la pratica con il suo stesso spirito, che cerca di mandarli via a spintoni dai suoi numerosi meandri. I più implacabili sono i ricercatori scientifici, giovani dotati di intelligenza, artisti falliti che al vaglio della loro arte creativa presentano soltanto un’iraconda sterilità e un cupo rancore diffuso.


Cyril Connolly, cit, pag. 99

12 giugno 2005

Esistono due stili

Abbiamo visto che esistono due stili che, per comodità, definiamo stile realista o comune - quello degli anticonformisti, dei giornalisti, dei maniaci del buon senso e degli osservatori prosaici dei destini dell'umanità - e stile mandarino - lo stile artificioso dei letterati o delle autorità, che fanno delle lettere l'occupazione del loro tempo libero.

Cyril Connolly, cit, pag. 67

11 giugno 2005

Annuncio - Announcement


Ho avuto numerosi problemi con il sistema "Blogger": in un primo momento la pubblicazione del blog avveniva senza problemi sul mio sito, www.artifexlibris.com, poi sono iniziati i problemi.
Per molti giorni non mi è stato possibile aggiornare il blog, le ho provate tutte (peraltro perdendo molto tempo prezioso), mi sono anche rivolto al sistema di aiuto di Blogger; poi l'aggiornamento è ritornato possibile.
Ora il problema si ripresenta, ma non voglio più aspettare e non voglio più perdere tempo, quindi trasferisco il blog sul sistema "blogspot". Impiegherò un po' di tempo a cambiare i vari link.



I experienced several problems with the "Blogger" system: at first, the publishing of the blog went smoothly on my internet domain, www.artifexlibris.com, then the first problems occurred.
For a number of days, it was not possible to update the blog, I tried really everything (wasting much precious time), I even resorted to the Blogger help system; after a while, I was eventually able to update.
Now I experience again the same problem, but this time I don't want to wait and I don't want to waste time, so I shifted the blog on the "blogspot" domain. I'll take some time to change the links to this new address

09 giugno 2005

Viaggio di nozze: il giorno dopo


Sono rientrato ieri sera dal viaggio di nozze, sto rispondendo a tutte le lettere e le email, una alla volta...


I came back from the honeymoon yesterday evening; I'm answering all the letters and email, one by one...