Se quarant'anni vi sembran pochi -- e altre considerazioni
di Giancarlo Nicoli
Gli “anta”. Sembrano lontani, finché un giorno qualcuno ti manda un messaggino (o ti telefona) con tanti auguri. Va bene così, ovviamente. Come disse Charles Augustin de Sainte-Beuve, invecchiare è ancora il solo mezzo che si sia trovato per vivere a lungo.
Ho compiuto quarant'anni da poche settimane. Che effetto fanno gli “anta”?
Una persona, che ha un paio d'anni più di me, interpellata, ha risposto che ci si abitua in fretta.
Io non faccio altro che pensarci. Mi guardo indietro, penso a chi non c'è più. Pochi sabati fa ci siamo incontrati tra coscritti. Mentre andavamo in pizzeria ero in macchina con uno con cui in questi anni abbiamo mantenuto i contatti, per cui avevamo qualcosa da dirci. Ci siamo ricordati a vicenda che solo uno di noi coscritti, finora, se n'è andato, Loris, morto a diciotto anni mentre andava a lavorare, in motorino, travolto da un'auto che non si era fermata allo stop.
Se noi vecchi compagni di scuola delle elementari ci siamo quasi tutti, stiamo invece iniziando a perdere i genitori. Sono momenti che costringono alla riflessione.
Gli “anta”, dicevo. È come se avessi attraversato una barriera, che divide un “di qua” e un “di là” molto diversi.
Beh, non può essere così, naturalmente. Però...
Dopo aver guardato indietro guardo anche avanti. Che cosa vedo? Mi vedo in un momento critico della mia vita e ne rifaccio continuamente il bilancio. Va tutto a gonfie vele, grazie, ma resta un velo di insoddisfazione. Vorrei fare di più, ma mi manca il tempo.
Come penso saprete, il lavoro che mi consente di vivere è quello di farmacista, questo sito è un hobby, un secondo lavoro se vogliamo (in perdita). Ebbene, da poco più di un anno (per motivi sui quali preferisco sorvolare) il lavoro in farmacia è aumentato. Anche il tempo da dedicare alla famiglia è aumentato da quando è arrivato il secondogenito Lorenzo. A quest'ultimo proposito, mi sono ben presto accorto che due figli impegnano più che due volte un figlio…
Quando ero celibe approfittavo delle vacanze, le passavo in parte a casa e mi dedicavo a smaltire gli arretrati e dedicarmi alla manutenzione generale del sito e a nuovi progetti. Adesso è impensabile restare in vacanza da solo in casa a lavorare al sito, non avrebbe alcun senso lasciar sola mia moglie, i bambini sono piccoli ma crescono molto velocemente, me li voglio godere, non vorrei avere rimpianti in futuro perché non ho dedicato loro un po’ di tempo quando ce l’avevo.
Una volta sfruttavo le feste comandate (tipo 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, ecc.) per smaltire gli arretrati, adesso ho mia moglie che quei giorni insiste per andare in qualche gita fuori porta con i bambini. Ha ragione lei naturalmente (tra poco usciremo a fare un giro sul lungolago di Como, per dire).
Fatto sta che il tempo che è possibile dedicare al sito si è ridotto. Ormai vi siete accorti che da qualche mese gli aggiornamenti sono diventati sporadici. Beh, continuerà a essere così.
Per farla breve. Il sito continuerà a vivere e ci saranno nuovi articoli. Gli ex libris sono una passione che resta, così come restano gli amici conosciuti grazie a questa forma d'arte. Sento mio dovere continuare a mantenere le pagine in ricordo degli amici che ci hanno lasciato (Bragaglia, Guffanti, ecc.).
Queste righe sono un volervi avvisare che me la prenderò un po' più con calma, ecco.
Grazie a tutti per la comprensione. Un caro saluto.
http://www.artifexlibris.com/
bni_2009_07_25_al_lettore.htm