Homo faber: artifex suae fortunae

Diario di bordo di Giancarlo Nicoli, titolare della Artifex. Sono qui ospitati: pensieri, aggiornamenti, notizie, progetti relativi alla casa editrice e al suo sito internet.

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23 gennaio 2007

Manifesto per l'ex libris del bibliofilo

di Egisto Bragaglia e Giancarlo Nicoli


L’ex libris nella definizione dei dizionari

La locuzione latina ex libris è stata introdotta per la prima volta nei lessici nel 1905, nella prima edizione del Dizionario Moderno di Alfredo Panzini, edito da Hoepli, che accoglieva soltanto neologismi. Il lemma recitava così:

Ex libris. Lett., dai libri, motto latino con cui è chiamato quel cartellino che si incollava ai libri e valeva ad indicarne la proprietà: da prima a penna, indi a stampa con bellissimi fregi, disegni, motti. Tale antico costume tende a rifiorire fra i bibliofili. V., per maggiori notizie, Dottor Achille Bertarelli, Gli ex-libris italiani, Milano, Hoepli, 1902.

Successivamente gli altri dizionari hanno sostanzialmente riproposto la definizione coniata dal Panzini.

Le definizioni contenute in dizionari sono come le farfalle fissate con lo spillo dagli entomologi sui pannelli dimostrativi, e non può essere diversamente. Manca assolutamente la rappresentazione del volo. In questo caso troviamo descritte solo alcune delle caratteristiche più modeste.

Il significato degli ex libris del bibliofilo

Anzitutto va rilevato che l’ex libris d’eccellenza è soltanto nell’apparenza un contrassegno di proprietà. Per quell’esigenza basterebbe un semplice timbro. L’ex libris del bibliofilo deve contenere un’immagine significante di carattere iconologico, ideata per rappresentare la personalità del titolare. Per la presenza di tali riferimenti biografici, piuttosto che come contrassegno di possesso cioè dell’avere, l’ex libris assume i contenuti di un documento dell’essere. Anche l’eventuale presenza di un motto rafforza tale qualificazione, in quanto riferisce un sentimento del bibliofilo.

La motivazione dell’ex libris

Per valutare la motivazione dell’ex libris va osservato che per altri oggetti non esiste alcun contrassegno di possesso così caratterizzato. Sono molti e talvolta di notevole valore venale i beni in nostro possesso, ma a nessuno di essi si applica una segnalazione così rivelatrice.

È evidente la volontà di lasciare traccia dell’avvenuto apparentamento del lettore con l’autore o gli autori dei libri che hanno contribuito alla sua formazione, affiancando una personale traccia biografica a quella contenuta nei libri, che sostanzialmente sono sempre autobiografici. L’ex libris è così il sigillo dell’alleanza del bibliofilo con quelle opere.

L’amore del lettore per i testi dai quali attinge la conoscenza è sempre stato testimoniato in tutti i tempi e su tutti i materiali usati per la scrittura. Si sono trovati contrassegni del lettore sui contenitori di rotoli di papiro, sulle tavolette d’argilla sovrapposte che contenevano opere storiche e culturali, sono stati usati simboli araldici sui codici manoscritti pergamenacei o su carta, disegnandoli nella prima o nell’ultima pagina.

Con l’invenzione della stampa frequentemente si usò applicare foglietti con il simbolo araldico del personaggio al quale il volume era destinato, nell’antiporta o nella pagina che precede il frontespizio.

L’ex libris è evidentemente generato da una pulsione atavica, conseguente al particolare rapporto che unisce l’uomo ai suoi libri o, in un orizzonte più ampio, al filone della conoscenza accumulata nel tempo dall’umanità.

Il filo luminoso delle attestazioni del lettore percorre quindi tutte le comunicazioni scritte diffuse nel corso dello sviluppo della civiltà. Da ciò si ricava che l’ex libris non è una moda effimera, ma corrisponde a motivazioni profonde, non ultima quella di lasciare una traccia della propria esistenza sui libri amati, con la speranza che il proprio nome venga conosciuto da coloro che si soffermeranno in futuro su quelle pagine.

Il libro, motore di civiltà, banca dati dell’umanità

La nostra quotidiana frequentazione con i libri inevitabilmente ci fa dimenticare l’importanza di quegli strumenti, tanto che appare opportuna una rapida ricognizione.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili ha traghettato l’umanità dal Medioevo all’Era moderna e la rapida diffusione del suo prodotto principe, il libro, ha generato il dinamico progresso della civiltà umana.

I libri, in verità, sono la nostra memoria esterna e leggere significa attingere alla banca dati accumulata dalle generazioni che ci hanno preceduto. L’uomo raccoglie esperienze e la morte le cancella; il libro conserva quei patrimoni.

Evoluzione e mutazione dell’ex libris

L’ex libris, che per secoli era stato custodito gelosamente tra i libri, nelle austere e ben difese biblioteche dei castelli nobiliari e dei Conventi, è stato portato alla luce della conoscenza collettiva negli ultimi decenni dell’Ottocento.

Per la sua funzione e per il suo contenuto figurativo si è subito proposto a varie fruizioni e a specifici interessi culturali. Ha acceso nel bibliofilo il desiderio di testimoniare il suo amore per i libri, adornandoli e personalizzandoli, ha stimolato l’attenzione dei bibliologi, che l’hanno apprezzano come documento per la ricostituzione delle biblioteche di illustri personaggi, al fine di conoscere le loro letture. Attualmente si dedicano agli ex libris antichi, ma anche quelli contemporanei, col tempo, serviranno agli stessi fini.

Ha vivacemente attratto l’attenzione degli amatori della grafica d’arte che, apprezzando l’artista o il soggetto, hanno iniziato a collezionare gli ex libris, staccandoli dai libri e scambiandoli con altri bibliofili. Ben presto i collezionisti si accorsero che gli ex libris dei bibliofili non erano sufficienti a soddisfare i loro desideri, che trovavano soddisfazione nello scambio. In maniera sempre crescente, sono ricorsi alla realizzazione di propri ex libris e, considerata la finalità perseguita, quella di accumulare campioncini di arte incisa, si dichiararono soddisfatti di qualsiasi immagine l’artista volesse inserire nei loro ex libris.

Quello che era dapprima un fenomeno limitato, nella seconda metà del Novecento ha assunto dimensioni rilevanti perché, a loro giudizio, una collezione che si rispetti deve contare migliaia di reperti. Si è così determinata un’evoluzione, anzi una mutazione degli scopi e dei contenuti.

Mancando dell’immagine significante, espressione della personalità del titolare, si è praticamente costituita una diversa categoria di ex libris. Generati per le esigenze dei collezionisti e non dei bibliofili, sono prevalentemente campioncini di arte incisa e non contrassegni librari. La locuzione latina è quasi sempre un accidente estraneo alla funzione e alla tradizione. L’occhio esperto distingue le differenze. Non resta che lasciare al collezionista, che così lo gradisce, l’ex libris “mutato”.

Emerge tuttavia l’esigenza di promuovere un’azione di sostegno e di rilancio per l’ex libris del bibliofilo, con un programma serio e deciso, rispettoso anche delle altrui preferenze.

Sostenere il nobile simbolo dell’amor di libro è certamente un preciso dovere per tutti coloro che amano il libro, perché i valori culturali si difendono anche sostenendo i loro simboli.

Le nostre finalità

1. Il bibliofilo è un personaggio positivo e merita di esser conosciuto, perché detiene una parte non trascurabile di beni culturali. In una società che sembra prediligere gli eroi negativi, che trovano larga ospitalità nei mass media, portare alla ribalta personaggi che, animati da ideali disinteressati, con lo studio, la ricerca e l’impegno finanziario, raccolgono e conservano pregevoli opere, è certamente una finalità degna di attenzione.

2. Nel corso della nostra attività sarà possibile portare alla luce della conoscenza collettiva patrimoni librari interessanti e forse anche opere di cui s’erano perdute le tracce.

3. Poiché l’esempio è sempre il metodo pedagogico più valido, la presentazione dei bibliofili favorirà non soltanto l’uso dell’ex libris, ma anche un maggiore interesse per la lettura, un’attività che in Italia registra indici vergognosi.

4. La nostra più ambiziosa speranza è di riuscire a raccogliere, perseverando nel tempo, un tale numero di notizie sull’attività dei bibliofili da consentire la pubblicazione di un repertorio che ha illustri precedenti, quali:

Carlo Frati, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. IV al XIX, Firenze, Leo S. Olschki, 1933, p.705.

Marino Parenti, Aggiunte al Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani, Firenze, Sansoni, 1952, 3 vol. p. 308, 278, 256.

Ci apprestiamo ora, con meditato entusiasmo, ad attuare il nostro progetto per il rilancio dell’ex libris del bibliofilo, nella certezza che l’amor di libro, come sintesi dei valori culturali, solleciterà, lungo il nostro percorso, autorevoli consensi e ferventi adesioni.

Bolzano, 1 novembre 2006, giorno di Tutti i Santi

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