Ho sempre tentato di vivere così
«Parlammo, infine, anche di libri. Gliene avevo portato uno in dono, gli Epigrammi di Seneca, che avevo pubblicato qualche anno prima per la milanese Libreria Bocca. L’accettò volentieri. Ma lo sentivo distratto, lontano. Mi ribadì quel suo senso di distacco. D’un tratto, indicò sugli scaffali un volume: «Ecco, prendi quello…». Mi alzai, glielo porsi.
Era un’antologia di Sainte-Beuve, curata nel 1960 dal nostro amico Furst che aveva apposto, nella propria introduzione, quest’ammonimento di lui: «Varia senza posa i tuoi studi, coltiva in tutti i sensi la tua intelligenza; non accantonarla né in un partito, né in una scuola, né in una sola idea; aprila alla luce della tua indipendenza e della tua dignità; potrai anche prestarti qualche volta, ma non alienarti mai. Resta giudizioso e chiaroveggente fin nelle tue debolezze e, se non dirai tutto il vero, non dire mai il falso. Che la stanchezza non ti prenda mai, non ritenere mai d’essere arrivato. Nell’età in cui gli altri riposano o rallentano, raddoppia di coraggio e d’ardore; ricomincia come un principiante, corri una seconda e una terza corsa, fa’ che la verità stessa si avvantaggi della perdita delle tue illusioni».
Aggiunse soltanto: «Non so se ci sono riuscito, nel bene o nel male ho sempre tentato di vivere così». Ci salutammo. Dopo averlo abbracciato, uscii. Nei mesi successivi gli telefonai più volte. Lui non stava bene, e da parte mia fui sommerso da molti impegni. Vivo, non l’avrei rivisto più.»
Staglieno, Marcello, Montanelli – Novant’anni controcorrente, “Le Scie”, 1a ed., Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2001 (1a ed. Oscar bestsellers 2002), pp. 495 - pag. 438
Era un’antologia di Sainte-Beuve, curata nel 1960 dal nostro amico Furst che aveva apposto, nella propria introduzione, quest’ammonimento di lui: «Varia senza posa i tuoi studi, coltiva in tutti i sensi la tua intelligenza; non accantonarla né in un partito, né in una scuola, né in una sola idea; aprila alla luce della tua indipendenza e della tua dignità; potrai anche prestarti qualche volta, ma non alienarti mai. Resta giudizioso e chiaroveggente fin nelle tue debolezze e, se non dirai tutto il vero, non dire mai il falso. Che la stanchezza non ti prenda mai, non ritenere mai d’essere arrivato. Nell’età in cui gli altri riposano o rallentano, raddoppia di coraggio e d’ardore; ricomincia come un principiante, corri una seconda e una terza corsa, fa’ che la verità stessa si avvantaggi della perdita delle tue illusioni».
Aggiunse soltanto: «Non so se ci sono riuscito, nel bene o nel male ho sempre tentato di vivere così». Ci salutammo. Dopo averlo abbracciato, uscii. Nei mesi successivi gli telefonai più volte. Lui non stava bene, e da parte mia fui sommerso da molti impegni. Vivo, non l’avrei rivisto più.»
Staglieno, Marcello, Montanelli – Novant’anni controcorrente, “Le Scie”, 1a ed., Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2001 (1a ed. Oscar bestsellers 2002), pp. 495 - pag. 438
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