Homo faber: artifex suae fortunae

Diario di bordo di Giancarlo Nicoli, titolare della Artifex. Sono qui ospitati: pensieri, aggiornamenti, notizie, progetti relativi alla casa editrice e al suo sito internet.

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30 luglio 2007

Conferenza di Alberto Longatti a Palazzo Volpi (Como): Un alito di vento - L’arte di Gian Luigi Uboldi e gli anni degli ex libris a Como

dalla nostra inviata Stefania Clerici

Como, 22 giugno 2007 – “Fa’ di me la tua cetra com’è della foresta; / che cosa importa se le mie foglie cadono / come le sue! Il tumulto / delle tue forti armonie leverà a entrambi un canto / profondo […] che tu sia dunque il mio spirito, o Spirito fiero!” Così il poeta P. B. Shelley era ispirato dal “vento occidentale” nella sua ode, scritta sulle sponde dell’Arno, in un bosco vicino a Firenze.

Il vento ha incantato molti altri artisti e se le sue voci tumultuose hanno suggerito versi impetuosi a parecchi poeti come Shelley, anche Gian Luigi Uboldixilografo, exlibrista, pittore e mosaicista – “lavorava meglio nelle giornate di vento”. Così infatti ci ha ricordato il giornalista e cultore di ex libris Alberto Longatti nella conferenza “Un alito di vento. L’arte di Gian Luigi Uboldi e gli anni degli ex libris a Como”, tenutasi il 22 giugno (ore 18), presso la Pinacoteca di Palazzo Volpi, a Como, dov’era anche allestita la mostra di xilografie del medesimo artista (dal 2 giugno all’1 luglio), dopo l'esposizione a Bergamo (città nella quale Uboldi aveva insegnato per 20 anni all’Accademia di Belle Arti).

Se dunque Shelley aveva scritto la famosa “Ode al vento occidentale” sulle sponde di un fiume – l’Arno – Uboldi tracciava segni di colore e incideva ostinatamente e appassionatamente il legno per realizzare xilografie sulle rive dell’amato lago di Como, spesso rappresentato nelle sue opere grafiche.

Secondo Longatti questo amore per quell’agente atmosferico rispecchiava anche “il suo modo di vedere le cose, il suo mondo spazzato dal vento e illuminato dal sole, come l’indole sorridente che lo caratterizzava: era infatti un uomo che, pur avendo superato momenti difficili, era sempre solare”.

“Un alito di vento” era anche il titolo di una prefazione dello stesso Longatti che presentava un piccolo e prezioso libro di ex libris di Uboldi, pubblicato nel ’74 dalle edizioni “Bianco e Nero”. “Bianco e Nero” era pure un’associazione di appassionati d’arte e di straordinari personaggi: in questo contesto il giornalista conobbe l’artista.

Figura carismatica del gruppo era Mantero, grande esperto d’arte, mecenate (...)

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bni_2007_07_15_
gian_luigi_uboldi_alberto_longatti_01.htm